giovedì 4 ottobre 2007

L'invecchiamento

Questo post lo scrivo sulla base di numerosi spunti. Tra questi, posso annoverare alcune persone che ho conosciuto nel corso del 2007, un'accesa discussione dai toni duri che ho avuto con un amico ieri, la primissima parte di un articolo letto oggi.
Cos'è l'invecchiamento? Secondo me esistono due tipi di invecchiamento, che sono indipendenti l'uno dall'altro. Uno di tipo fisico, ed uno di tipo mentale. A me, in questo articolo, preme parlare di quello mentale, dove con questo termine non intendo necessariamente dei riflessi più lenti, quanto il cristallizzarsi sulle proprie abitudini. Queste due forme di invecchiamento sono, a mio avviso, nettamente scorrelate: non voglio fare nomi, ma conosco cinquantenni molto più giovanili di trentenni. Non sto parlando del 50enne che se ne va in discoteca in mezzo ai ragazzi vestito in una maniera assurda: quella è una persona ridicola. Vedo orde di cinquanta, sessantenni che hanno smesso da anni di apprendere accaparrando scuse assurde, spesso insulti all'intelligenza di chi li ascolta. E' sufficiente vedere quanti ventenni sanno usare correttamente apparecchi elettronici (programmare un videoregistratore? usare in maniera proficua il T9 - la scrittura facilitata - su un cellulare? Navigare su internet?) e quanti sessantenni. La gente smette di apprendere. I ventenni di oggi sapranno, tra quarant'anni, usare in maniera proficua un cellulare ( a patto che tra quarant'anni non siano cambiati troppo...). I sessantenni di oggi no: ai "loro tempi" queste cose non c'erano. E basta anche con queste scuse "con l'età si apprende di meno". Sono balle. Il punto è che la gente, con gli anni, si rammollisce e si siede. Un altro esempio di tutto questo? Quanti ventenni ( che lavorano, così non c'è la scusa del tempo che manca) fanno sport? Quanti quarantenni? Ed infine, quanti sessantenni? E dire che sarebbero le persone che ne trarrebbero maggior beneficio. La gente si lascia andare, e questi sono i risultati: vengono mano a mano emarginati dalla società e tendono sempre più a vivere in un loro mondo. Non riescono più a stare al passo coi tempi. Vivono di scuse.
E, il brutto, è vedere gente che già da giovane mostra inquietanti segnali di volersi sedere. Che facciano pure, io non ci sto. E, per favore, non diciamo che ho paura di invecchiare. Oppure si, ce l'ho: lascio agli altri il piacere di farlo. Io vi saluto.





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