mercoledì 19 marzo 2008

Appunti di Viaggio - Norvegia

Ore 04.00 di Sabato 8\03\08. La sveglia suona. Stordito dalle pochissime ore di sonno (la notte prima ci siamo addormentati alle 01.00, solo tre ore di sonno), mi forzo ad alzarmi e a scaldare il caffè. Niente da fare, i fornelli non ne vogliono sapere di accendere il fuoco e l'accendino è introvabile. Lascio perdere il caffè e riservo la macchinetta a momenti migliori. In fondo anche per il fornello sono le 4 del mattino.
Provo a tirare giù dal letto Roxy. Sono costretto a tirarla giù letteralmente, dato che sembra essere in uno stato più vicino al coma che al sonno. Alla fine si alza. Raduniamo la roba e... via, si parte. Un breve sguardo all'orario sull'auto ci mostra che sono le 5.30 di mattina. Strada tranquilla, niente traffico. Ci fermiamo a Verona a prendere un caffè e io scopro che Verona è in Veneto e non in Lombardia (ok, ma è vicino al confine :pp ). Alle 08.00 siamo a Orio sul Serio. Parcheggiamo l'auto, l'aereo ci aspetta. Nessun intoppo in aeroporto, tutto procede tranquillamente. In coda per l'imbarco, io e Roxy facciamo amicizia con una ragazza, Alessandra. Scopriamo che ha pagato il biglietto meno di noi (e questo punto è da approfondire per le prossime volte..) e che ha la precedenza all'imbarco, a differenza nostra.


















Lei sale prima di noi e ci tiene due posti (con Ryan Air i posti vengono decisi direttamente salendo in aereo, e non al Check-In). Passiamo tre ore piacevoli, parlando un po' con questa ragazza, un po' giocando a scacchi (Roxy, ti ho battuta 3 a 0 :pp ).
In fase di atterraggio le orecchie mi fanno male, decisamente più del solito. Arriviamo ed ho le orecchie tappatissime, ci hanno messo qualche ora a riprendersi.... Finalmente, Norvegia!!!
Il primissimo impatto, scendendo dall'aereo, è stato "beh, dai, fa freddo ma non è insopportabile". Poi l'incredulità di essere in Norvegia - la sera prima ero in ufficio.
Arrivano i bagagli e pensiamo all'auto. Abbiamo paura di dovere arrivare fino in città (a 10 Km) per trovare la Hertz, dove un'auto ci aspetta, invece no: hanno l'ufficio direttamente in aeroporto. Ovviamente il tipo, gentilissimo, sa perfettamente l'inglese. Una confortevole Nissan Note ci aspetta nel parcheggio.
Andiamo, e non riusciamo a trovare la macchina. Vedo un magazziniere che sta lavorando, provo a chiedergli se sa l'inglese (aspettandomi un "No") mi risponde "Un pochino". Gli rivolgo allora la frase cercando di esprimermi nella maniera più semplice possibile, scandendo bene le parole. Scopro che in Norvegia sapere inglese "Un pochino" equivale a parlarlo bene. Mi risponde con un inglese fluente e corretto (anche se si sente l'accento).






Finalmente troviamo l'auto; carichiamo e via, possiamo partire!














Prendiamo la strada verso Larvik (sulla costa, a Sud). Continuiamo a ripeterci "Porca miseria, siamo in Norvegia!!!" Ci guardiamo attorno, gli occhi si riempiono anche alla visione del primo campo... i colori dominanti sono il giallo e il verde. Ci fermiamo subito a fare qualche foto (al nulla, un semplice campo). L'entusiasmo è a mille.
Mentre guido, Roxy continua a scattare foto come se dovesse mappare una zona per lo "Street View" di Google.. ad un certo punto dice "UN FIORDOOO" ed indica dietro una duna. Prendiamo una strada sterrata ed andiamo a vedere... ehm, c'era un cantiere. Gli facciamo comunque una foto, ed alcuni operai, che ci hanno visto, ridono. Siamo riusciti a far la figura dei giapponesi!!!
Arrivati a Larvik, ci troviamo in una baia. Il posto è splendido e gli facciamo un po' di foto. Quando ripartiamo, troviamo le indicazioni per il Tourist Center e parcheggiamo la macchina, solo per scoprire che Sabato e Domenica sono chiusi... sigh.. ed in più ci ricordiamo che NON abbiamo cambiato gli euro!!!
Entriamo in una specie di tabaccheria per prendere qualche cartolina e qualche francobollo. Chiediamo se sanno l'inglese: Solita scena, risposta: "un pochino" per scoprire poi che l'inglese lo sanno benissimo. E qua comincia il bello. Gli chiediamo se ha cartoline e francobolli, lui ci chiede quanti ce ne servono. Quando sente che ce ne servono 36, ci dice che se li compriamo all'ufficio postale spendiamo meno. Non so davvero che faccia abbiamo fatto io e Roxy, lo stupore per una tale onestà. Di più, prendiamo qualche cartolina e, quando gli diciamo che non abbiamo corone ma solo euro, ce le regala. E ci da indicazioni su dove trovare le varie cose. Usciamo per tornare alla macchina, passaggio pedonale, non facciamo nemmeno il cenno di attraversare che le auto si fermano, anche quelle nella corsia opposta. E qui abbiamo davvero cominciato a chiederci dove diavolo siamo capitati.
Troviamo velocemente l'ufficio postale, anni luce dai nostri. Silenzioso, efficiente, spazioso. Nessuna coda, si prende il biglietto nel caso ci sia coda. Dentro vendono di tutto: DVD (rigorosamente SOLO in lingua inglese), cartoline, prodotti di cartoleria. Ci servono e ci cambiano anche gli euro. Gli compriamo anche le cartoline e i francobolli. E qua la prima doccia fredda: dei 200 euro (in due, cento a testa) che abbiamo cambiati, una parte considerevole è stata spesa nel... comprare le cartoline e i francobolli...





Ci facciamo un giretto per la città (come detto prima, Larvik), graziosa, nordica. Ristoranti italiani ovunque. Una pizza costa 130 corone. 8 corone sono 1 euro. La pizza costa... 16 euro!!!!











Torniamo alla macchina ed andiamo alla ricerca di un museo segnalato sulle guide. Dopo varie peripezie (ehm.. non riuscivamo a trovarlo) ed avere chiesto indicazioni a varie persone (come al solito... tutti sapevano l'inglese), finalmente lo troviamo. Nota di colore: una delle persone a cui abbiamo chiesto le indicazioni, una donna, era visibilmente... ubriaca. Come in Islanda, qua l'alcolismo è un problema sociale (abbiamo visto nuovamente dei ragazzi ubriachi quella sera).
Il museo non era niente di chè , francamente. Abbiamo mangiato un panino veloce, fatto un paio di foto e siamo andati sul molo. Acqua limpida, ma era.. nera, per via della poca luce. Ho cominciato ad accusare il freddo e la stanchezza.
















Riprendiamo la macchina, lasciamo Larvik, oltrepassiamo Sandefjord e l'aeroporto e ci dirigiamo a Nord, verso l'hotel. Spettacolare. Ci fermiamo a fare delle foto ad un lago, ci sporchiamo un sacco perché abbiamo camminato nel fango per arrivare vicini al lago... ma ne è valsa la pena.


Lungo la strada, ci fermiamo anche ad Andebu, un paesino piccolo, e scopriamo che i negozi sono già chiusi: in Norvegia alcuni negozi chiudono alle 5 del pomeriggio, altri addirittura alle 3. Ci fermiamo, proprio sotto l'hotel, a fare un po' di foto ad un secondo lago, ghiacciato. Penso che la foto parli da sola.







In hotel veniamo accolti da un personaggio assolutamente gotico, sembra un metallaro invecchiato. Capelli lunghi, estremamente cordiale e disponibile, come tutti gli altri, del resto. Quando arriviamo, ci accoglie con un "Mr. Bertini, I guess": non devono avere molti turisti da quelle parti. Ci facciamo una doccia, scriviamo due cartoline e ci prepariamo per la serata. Faccio un paio di foto dalla camera.















Il proprietario dell'hotel ci ha lasciato un cestino con due snack in omaggio. Ma niente acqua. Scendiamo nella zona bar e ci accoglie di nuovo il signore di prima, che era in reception. Gli diciamo che volevamo una bottiglia d'acqua e sorride. "Qua in Norvegia non usano le bottiglie" e ci porta un caraffa di acqua del rubinetto col ghiaccio. Dice che è acqua presa ad un metro di profondità. E' buonissima, sembra la nostra acqua di montagna. Ci racconta la storia dell'hotel (era stato usato come fortino dai nazisti durante WW2) e ci racconta che è venuto in Italia per turismo.
La sera usciamo. Direzione: Toensberg. Toensberg è una città alla stessa latitudine dell'hotel, ma più ad Est, sul mare. E' una delle città più importanti della Norvegia e conta... circa 40mila abitanti, una via di mezzo tra Castel San Pietro e Imola. Dispone di tangenziale ad anello che cinge la città. Parcheggiamo la macchina davanti ad una chiesa. Piove che Dio la manda e non abbiamo un ombrello. Io almeno ho il cappuccio, Roxy non ha nemmeno quello. Facciamo un paio di foto alla chiesa e continuiamo a girare in auto.. ci fermiamo davanti a quello che, sembrava, da fuori essere una specie di centro commerciale: non abbiamo capito niente, era la stazione degli autobus. In ogni caso, è utile perché riusciamo ad imbucare le cartoline. E ci accorgiamo di un'altra cosa: i muri sono puliti, nessun graffito, nessuno scarabocchio. In una stazione. Qua in Italia, mai visto. Giriamo ancora un po', ma la pioggia torrenziale ci impedisce di stare molto tempo a piedi. Alcuni cartelloni pubblicitari sono scritti in inglese. Alla fine torniamo in hotel che siamo stanchi morti.
Mattina dopo, sveglia alle 06.00. Come la mattina prima, io mi sveglio, Roxy va tirata giù dal letto. Quando sente che sono le 6 si alza di botto. Pensava che ci dovessimo svegliare alle 5 e fossimo in ritardo di un'ora. Meglio così! La zona della colazione è ancora chiusa, quindi ci mettiamo a fare un paio di foto dei dintorni dell'hotel.
















Torniamo ed entriamo nella zona colazione. C'è una ragazza, che gestisce anche lei l'hotel. Ci tratta come se vivessimo tutti insieme, prendiamo la colazione dal frigo, ci spiega ogni cosa che mangiamo, cosa mangiano loro, cosa c'è di tipico.. ci mette su un DVD in inglese (su un plasma da 50 pollici... chissà dove l'ho già visto...) con un documentario sulla Norvegia. Caffè e pane sono assolutamente americani: mi sono fatto tre tazzoni di caffè a colazione! Devo ammetterlo: bere quelle tazze di liquido caldo è stato molto piacevole. Colazione davvero abbondantissima (dopo ho saltato il pranzo e quasi anche la cena), ho provato di tutto: kaviar, merluzzo, salmone, i loro formaggi tipici, le loro marmellate.
Alla fine, con dispiacere, salutiamo quelli dell'hotel ed andiamo via. E' stato come essere a casa. Ma Toensberg ci aspetta di nuovo. Ci fermiamo davanti ad una nave vichinga, parcheggiamo e cominciamo a fare un po' di foto.

C'è anche una collinetta su cui salire, con alcuni muri antichi e una vista della baia di Toensberg.


Purtroppo è ora di tornare in aeroporto per riconsegnare la macchina. Mi sbaglio e finisco in centro a Sandefjord (sono andato poco oltre l'aeroporto), abbiamo fretta ma Roxy fa una foto dalla macchina...



Ed infine siamo in aeroporto. Vado per riconsegnare la macchina e il tipo della Hertz mi chiede se è tutto ok e se ho fatto il pieno alla fine... Azz, non ci ho pensato. Lascio Roxy coi bagagli in aeroporto e cerco un benzinaio. Quando lo trovo, scopro che... non riesco ad aprire lo sportellino del diesel. Lo sportellino non ha buchi di alcun tipo. Provo a muoverlo con la mano, niente. Vado dentro la macchina e guardo nel pannello dei comandi, con attenzione. Niente. Nel frattempo ho un aereo che mi aspetta e devo riportare la macchina alla Hertz. Mi rassegno a fare una figura da imbranato e vado dal benzinaio, che ha anche un piccolo shop. Sta cuocendo dei wurstel. Gli dico (ormai non chiedo nemmeno più se sanno l'inglese oppure no, anche se un benzinaio...) che... ehm.. non riesco ad aprire lo sportellino. Mi dice che in Norvegia ci sono due possibilità:

  1. Aprire uno sportello e, col telecomando, dare il comando nuovamente di apertura delle porte.
  2. Un pulsante SOTTO al sedile del guidatore che comanda l'apertura del tappo
Provo, ed effettivamente la seconda soluzione mi permette di fare il pieno.
Torno in aeroporto e riconsegno tutto alla Hertz. Faccio anche in tempo, dopo il check in, a comprare qualche cartolina e a scriverla (si, hanno anche pensato di mettere una buchetta delle lettere anche all'aeroporto, per i ritardatari). Al momento dell'imbarco.. Fermano Roxy per un controllo!! Le fanno aprire il bagaglio a mano e le sequestrano un succo di frutta (norma antiterrorismo internazionale... bah... il succo di frutta me lo sono bevuto io davanti al poliziotto. Il bello è che, una volta finito, ho fatto il gesto di buttare il pacco del succo di frutta nel rusco. Il poliziotto mi ha fermato e mi ha chiesto di consegnargliela: la devono tenere loro!).
Il ritorno in aereo è stato tranquillo, tre partite a scacchi (ne ho vinte due e persa una, ma in una delle due che ho vinto è stata tiratissima, ero sul punto di darla vinta).
Peccato che il freddo norvegese ha lasciato i suoi segni: un bel raffreddore che, al momento dell'atterraggio in Italia, si è fatto sentire eccome.. male alle orecchie e... non ci sentivo più dall'orecchio destro!!!! All'inizio ho pensato "passerà", poi, col passare delle ore, è sorta un po' di preoccupazione: l'orecchio non dava alcun segno di vita. Sono andato a letto in questo condizioni e.. per fortuna stamattina è tornato l'udito!





Fai conoscere questo articolo ;)

Digg This Add To Del.icio.us Add To Furl Add To Reddit Fav This With Technorati Add To Yahoo MyWeb Add To Newsvine Add To Google Bookmarks Add To Bloglines Add To Ask Add To Windows Live Add To Slashdot Stumble This